Donne

13.03.2018

A distanza di qualche giorno dall'8 marzo, risuona il bisogno di commemorare l'opera essenziale, spesso silenziosa, di molte donne che con determinazione, costanza e credo, hanno permesso la fine di molti livelli di discriminazione di genere. Nel bel discorso del Presidente Mattarella, un rapido ma esaustivo ricordo di donne che dalla Costituente ad oggi hanno permesso la promulgazione di leggi fondamento del nostro sistema sanitario, della libertà di scelta, del diritto di essere donna:

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=59732&fr=n.

Tra i nomi, alcuni sono risonanti per la nostra professione, Tina Anselmi, citata come figura chiave per la nascita del SSN o Teresa Noce e Maria Federici che avviarono il percorso legislativo che approdò nel 1950 alla affermazione della tutela delle lavoratrici.

Un Paese, il nostro, che solo nel 1963 aprì la strada alle donne nella carriera diplomatica e di magistrato, strade fino ad allora non permesse, in quanto la donna era considerata suscettibile di operare in modo non obiettivo ed imparziale in "certi giorni del mese". Un Paese, di nuovo, che solo nel troppo recente 1996 è riuscito a dichiarare la violenza sessuale un reato contro la persona; un Paese in cui, benché incostituzionale, esiste ancora una grave discriminazione della donna nel mondo del lavoro, le dimissioni in bianco, espressione di una forma di violenza più subdola ma più trasversale.

Un Paese, però, che è stato anche la culla di provenienza di persone esemplari, modelli di femminilità, professionalità e lotta, di umiltà e non conformazione, come Montessori, Paper e Montalcini, donne raccontate nell'articolo del link qui riportato: https://blog.thdlab.it/donne-italiane-e-medicina/.